Dagli archivi di CalcioNapoliNews meteore e campioni passati in maglia azzurra.
Oggi tocca a lui: Mario Cvitanović. Era il 14 luglio del 2003 ed il Napoli di Naldi, metteva a segno gli ultimi colpi di mercato per preparare la squadra che in teoria avrebbe dovuto riportare gli azzurri dalla Serie B alla Serie A e che invece portò la squadra al fallimento al termine della stagione.
“Il Diesse Perinetti oggi a Milano si è anche occupato della trattativa con il Genoa con la conclusione che il Napoli ha preso due in cambio di uno a titolo definitivo e si tratta del portiere Pierluigi Brivio e del difensore Mario Cvitanovic trasferendo alla società ligure l’ex difensore azzurro Francesco Baldini che dal Genoa avrà un contratto quadriennale” – pubblicavamo quel giorno sul nostro sito.
Anche in questo caso la sua storia azzurra durò pochissimo in quanto a fine anno, con il fallimento della SSC NAPOLI, lasciò la città restando poi tra i 266 creditori che presentarono domanda alla Fallimentare per avere i soldi mai versati da Naldi e poi saldati con l’arrivo di De Laurentiis.
Nell’esperienza napoletana da calciatore, Cvitanović, gioca la prima partita ufficiale con la maglia del Napoli in Serie B il 20 novembre 2003 col Napoli vittorioso per 2 a 1 contro la Ternana, subentrando al 15° del secondo tempo al posto di Bernini. In totale collezionerà 9 presenze per un totale di circa 720′ disputati con la maglia numero 13 del Napoli.
Nato, il 6 maggio del 1975 a Zagabria in Croazia, quando ancora era un tutt’uno in quella che chiamavamo Jugoslavia, cresce nelle giovanili della Dinamo Zagabria e fa il suo esordio tra i professionisti a 20 anni giocando come terzino sinistro, divenendo, poco alla volta un punto fermo della Dinamo arrivando ad essere convocato anche in Nazionale. Nell’arco della carriera si dimostrerà duttile al punto da giocare diverse gare anche come centrale difensivo oltre che terzino. Nel 2000 approda al calcio italiano al Verona, poi l’anno dopo passa al Venezia, per poi passare nel 2002 al Genoa in serie B prima dell’approdo al Napoli nel 2003 come sopra già detto.
Svincolatosi dal Napoli fallito, lascia l’Italia e dopo alcune esperienze, sempre senza troppa fortuna tra il Belgio nel Germinal Beerschoot, il ritorno alla Dinamo Zagabria, ed il passagio nel 2007 all’ Energie Cottbus in Germania, nel 2009, ormai 34enne, decide quindi di ritirarsi dal cacio giocato professionistico, ma resta nell’ambiente del pallone.
Infatti, decide di intraprendere la carriera da allenatore nella propria Nazione. Dopo un paio di anni di esperienza come vice nel Radnik Sesvete e nel NK Zagabria, diviene allenatore dell’Under 19 della Dinamo Zagabria. Nel 2016-2017, allena la seconda squadra, per poi divenire l’allenatore della prima squadra nella stagione 2017-2018. A settembre del 2017, sale agli onori delle cronache mondiali per l’agguato subito dopo una partita valida per la Coppa di Croazia vinta dalla Dinamo Zagabria fuori casa per 6 a 0. L’ex gicatore del Napoli, torverà ad attenderlo davanti alla propria abitazione due giovani che a volto coperto lo aggrediscono causandogli una serie di lesioni, ovvero una mano e un braccio rotti. L’episodio si inserisce in una serie di violenze da parte di questi teppisti della Dinamo Zagabria che in agosto avevano addirittura gambizzato il vicepresidente Zdravko Mamic.
Negli anni vissuti come tecnico alla Dinamo Zagabria, Cvitanovic, allenerà un giovane Amir Rrhamani, attuale difensore azzurro e di cui dirà al momento del passaggio al Napoli: “Rrahmani è un ragazzo umile e se il Napoli cerca un grande difensore lo troverà in lui!”.
Dopo una breve esperienza nel 2019 all’Al-Wahda, società calcistica emiratiana di Abu Dhab. Nel settembre del 2022 succede a Damir Canadi sulla panchina del Sebenico nella Prva Liga, ovvero la massima serie del campionato di calcio croato, ma i 31 gennaio 2023 viene esonerato dopo 9 giornate di campionato in cui racimola 3 pareggi e 6 sconfitte.
“Sono capitato nell’anno peggiore del Napoli, l’anno prima del fallimento, ma tra le 4 stagioni giocate in Italia, Napoli è stata forse la tappa più bella – dichiarerà nel 2020 nel corso della trasmissione radiofonica “Si gonfia la rete” in onda in quel periodo su Radio Marte – “Tutti dicono che la città è pericolosa, ma vivere a Napoli è stato bellissimo e la società merita di essere nel grande calcio”.
A cura di M. Spampanato – fonti Calcionapolinews.it, Wikipedia e Transfermarket