Proseguendo nella Conferenza del 19 ottobre, con riferimento a Osimhen il Presidente De Laurentiis ha quindi detto “non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, soltanto che poiché si è sempre in due a dimostrare una unione. il mio approccio è rimasto sempre lo stesso, poi se il suo, nel frattempo, si è modificato, non ci posso fare nulla. Per cui, se da una stretta di mano, poi, mi arriva una negazione di quello che si era concordato, dispiace e se ne prende atto, però la vita va avanti e questo non toglie il fatto che con Osimhen ci siano ottimi rapporti e non vedo per quale motivo non ce ne debbano essere, poiché c’è tutto un altro anno davanti prima di entrare nell’ultimo anno di contratto.
Talvolta mi sembra che siamo al “mercato degli stupidi”, come se il mercato dovesse comandare i sentimenti, le urgenze e le modalità di applicazione di un club. Ho sempre detto che non sono qui per far crescere i giocatori e rivenderli cioè il Napoli è il Napoli e a me dispiace quando qualcuno dice “sai il Napoli io lo considero un club di passaggio”.
Poi talvolta il problema è ovviamente di portafoglio o miss-conoscenza: l’ho detto anche al governo. Per risolvere il problema del calcio italiano ci sono temi da affrontare: il primo è la pirateria, che non riguarda solo il calcio ma anche il cinema, la televisione la musica; la seconda cosa sono i procuratori e non lo risolvi diminuendo la percentuale o se stabilisco una percentuale di riferimento. Lo risolvo se: a) porto il contratto a 8 anni, per cui dopo i due anni non mi viene a rompere le scatole e a ciurlare nel manico, facendolo diventare “un disturbatore dello spogliatoio”, in modo tale che uno se lo alieni al miglior offerente. b) perché se la procura la potesse esercitare la società calcistica la musica cambierebbe immediatamente, perché se le società di calcio sono indebitate fino al collo – e non è un caso del Napoli – da non potersi nemmeno iscrivere al campionato (…è perché) i procuratori sono quelli che hanno ingrassato di più le loro tasche e sono rimaste vuote quelle delle società. è giusto questo? No, non è giusto.”