L’intervento completo del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, al Financial Tim Business of Football Summit 2024:
Come vede adesso il futuro del calcio?
Diciamo che mi hanno dato del visionario e tutto quello che prevedevo poi è accaduto, ma io vengo dal cinema, ho fatto cinema per 50 anni, ancora continuo a farlo. 400 film, e ho considerato sempre il pubblico il mio vero committente. Se avessi dovuto fare solo i film che piacevano a me, non avrei mai avuto successo. Invece io cercavo di interpretare le tendenze del pubblico, del mercato, e quindi indovinavo sempre, è rarissimo che un mio film sia andato male, forse uno o due su quattrocento non fanno proprio la regola. Nel calcio io non sapevo nulla perché venivo dal basket, avevo giocato a basket da bambino e non conoscevo proprio i termini del gioco, ma questo per me è stato un vantaggio.
Perché?
Perché io ho sempre interpretato il mondo del calcio come un mondo di intrattenimento, quindi come un’industria, un’industria schiava però di alcune istituzioni che dovendosi mettere il vestito del comando hanno limitato lo sviluppo del calcio che si è trovato sempre a essere più indebitato e meno amato, soprattutto dal pubblico dei giovanissimi e schiavo della pirateria che non ha mai saputo dominare. Allora quando vedi che dei bambini e degli adolescenti guardano sui loro smartphone o sui loro tablet un’infinità di altri giochi, amano giocare a calcio perché quando gli metti un pallone sui piedi loro amano giocare, amano imitare i grandi eroi del calcio, ma se tu li metti per 90 minuti che ormai sono diventati 110, 115 – chissà mai quando si arriverà come nel basket ad avere il vero tempo giocato, forse sarà sempre troppo tardi trovare la verità negli altri sport che già praticano determinate pratiche che noi nel calcio non si sa per quale motivo le rigettiamo, non le applichiamo. pratiche noi nel calcio non si sa per quale motivo le rigettiamo, non le applichiamo – e questi bambini a un certo punto non hanno la pazienza di vedere qualcosa che giudicano vecchio, statico, non spettacolare, lento. Allora, se voi immaginate che Infantino, che è presidente della FIFA non si preoccupa di dire: ma il fuorigioco, perché una volta che è finita l’azione il guardialinee deve alzare la bandierina? E se il portiere e gli attaccanti e i difensori hanno un incidente e mi vanno fuori squadra per due, tre, sei mesi, li ripaga Infantino? Ma ci vuole così tanto a dire: ragazzi, il fuorigioco ormai con il VAR arriva lo stacco e uno si ferma. Cioè, ma c’è l’idiozia più totale che a me delle volte mi meraviglia moltissimo.
Mi scusi se la interrompo, come lo vorrebbe allora riformare questo calcio? Prima me l’ha descritto malato.
Il calcio è malato, è malato soprattutto perché l’economia del calcio è malata, si iscrivono ai campionati club che non hanno la capacità economica di poter competere. Allora vuol dire che le competizioni non portano a casa sufficienti proventi. Quando per esempio la UEFA dice adesso io in Champions vi darò 2 miliardi e 400 e rotti milioni, in Europa League vi darò più di 500 milioni, in Conference League vi darò 238 milioni. Ho capito, ma se poi tutti quanti sono pieni di debiti vuol dire che questi soldi non bastano.
Perché non è un calcio sostenibile?
Non è sostenibile, ma soprattutto si gioca troppo. Allora quando tu giochi troppo, finisci anche per inflazionare l’interesse del pubblico. Veda, amo molto le pay-tv perché vengo dal cinema e per un periodo sono state al servizio del cinema in maniera importante negli Stati Uniti. Ma poi il tempo va avanti. Allora oggi come oggi, se tu vuoi recuperare pubblico, devi andare free on air.
Con il calcio gratis per tutti?
Gratis per tutti e allora però devi essere l’imprenditore che sa raccogliere una quantità di pubblicità gigantesca che ti possa portare sul tavolo 5 miliardi, 10 miliardi, 20 miliardi, 100 miliardi. Dipende da che cosa tu fai vedere al pubblico e come glielo fai vedere.
E come glielo vuole far vedere?
Qui entriamo nel discorso degli stadi. Gli stadi in Inghilterra sono stati rifatti molti anni fa.
Lei non ha appena rinnovato il Maradona?
No, io il Maradona non l’ho rinnovato. In Italia gli stadi, nella maggior parte dei casi appartengono alle città, quindi alla municipalità, al cosiddetto comune, il quale ha un bilancio sempre in rosso. Allora che cosa succede? Che te lo affitta, ma te lo dà solo per la giornata in cui tu devi giocare. Quindi è un disastro, perché le strutture sono fatiscenti e non sono da un punto di vista ricettivo confortevoli e spettacolari per il pubblico. Non solo, ma anche le riprese televisive. Io che vengo dal cinema, quante volte ho cercato di dire no: scusatemi, il regista lo scelgo io, deve essere sempre lo stesso, non è che la lega, perché poi noi abbiamo i nemici anche nella nostra lega, perché questo istituzionalismo vige sovrano ovunque nelle federazioni, nelle leghe e chi più ne ha più ne metta. Tutti devono poter parlare, no per giustificare, il proprio stipendio. Allora che cosa succede? Io al regista dico: guarda che tu mi devi mettere le telecamere in maniera tale che chi vede a casa la partita la possa vivere sul campo. Non è possibile che quando vedo la Formula 1 vedo qualunque cosa, qualunque dettaglio, mi emoziono, partecipo, credo di essere addirittura io al posto del pilota e nel calcio questo non avviene.
Chi selezionerebbe come regista?
No, ma ci sono dei registi specializzati, per esempio quello che ha fatto la finalissima tra Argentina e Francia è stato un ottimo regista e di fatti prendo sempre quella partita, la faccio vedere ai registi, quando li cambiamo ogni tanto (…) e io dico guardatevi questa partita, così voi la dovete realizzare, poi ovviamente lo stadio se è concepito male, se hai una pista d’atletica non puoi. Tu immagina che a Roma, la capitale dell’Italia, ci sono due squadre di calcio che giocano all’Olimpico dove c’è la pista d’atletica. E lì davanti al Presidente della Repubblica si fa la finale di Coppa Italia. Cioè raggiungiamo delle vette di incapacità che non trovano ragione proprio di esistere. Ora quindi il calcio si è invecchiato. Bisognerebbe mettere seduto al tavolo tutti quanti, fermarsi un attimino perché il nostro è un grande circo dove uno non si deve mai fermare perché così non ha il tempo di pensare e nessuno si può ribellare. I signori che stanno “on command” per difendere il loro potere che gli permette di andare a parlare con i presidenti degli stati X e Y, di viaggiare con jet privati e compagnia bella, continuano a fare il loro indisturbatamente lavoro.
Parlavamo prima del ruolo che hanno gli agenti, che è un ruolo sempre più ingombrante all’interno del calcio. Come vede il ruolo degli agenti?
Gli agenti, esclusa qualche eccezione di grande professionalità, sono un cancro del calcio. Perché innanzitutto non capisco per quale motivo non si possa liberalizzare il numero di anni contrattualmente possibili per mettere sotto contratto un calciatore. Io dico minimo otto anni. allora il problema è che quando tu hai un contratto di cinque anni, l’agente cosa ha fatto? È andato a prendersi quel calciatore che ha una condizione non eccezionale – familiarmente parlando e culturalmente parlando – e foraggiando i genitori, i fratelli e lo stesso calciatore se lo portano dalla loro parte. Che cosa succede? Che tu magari al secondo anno del tuo contratto di 5 non riesci ad estendere ulteriormente il contratto? Arriva un altro agente che fa vedere il paradiso a questo calciatore, al genitore, e se lo porta via, allora lui ci deve guadagnare, allora cosa deve fare? Bussa da te e dire, no, guarda, tu non puoi dare più 3 milioni a questo calciatore, gliene devi dare almeno 13, se no io lo porto via. Ma poi perché lui lo vuole portare via? Perchè portandolo da un’altra parte, ha una sua possibile entrata eccezionale. Mi ricordo il povero Mino Raiola, eravamo amici, quando io scoprì Haaland, che per me era un grandissimo giocatore, i miei tutti preoccupati perché non era ancora il giocatore che dava le certezze che dà.
Alan al Salisburgo?
Allan Salisburgo. Io lo volevo comprare per 50 milioni. E Mino Raiola mi portò in un mio salotto e mi disse senti: di là non le dire queste cose. Noi siamo amici. Per Haaland ho già provveduto io. Non ti preoccupare, non ti mettere in mezzo. Dico, vabbè Mino, facciamo così. Abbiamo fatto finta di parlare ok d’accordo perché lui già aveva organizzato tutto aveva il percorso, chissà quali benefits per se stesso, per la sua società, eccetera eccetera.
Dopo abbiamo Ibrahimovic che era un grande fan di Mino.
Sì ma Ibrahimovic è anche Ibrahimovic. E’ una persona straordinaria a Los Angeles siamo stati sempre insieme con i suoi figli, ha fatto anche una parte l’altro anno in una mia serie televisiva. Ibrahimovic è una persona straordinaria, però proprio perché straordinario si fidava di Mino, perché Mino lo ha portato anche dove lui è arrivato. Mino era professionalmente ineccepibile però chiaramente faceva i suoi interessi non quelli del club. I club se si sono indebitati si devono dare una svegliata e devono dire: noi in autonomia dobbiamo preservare i nostri bilanci, dobbiamo far combinare i fattori della produzione secondo quelle che sono le regole di un mercato che commercialmente sia sostenibile e affrontabile.
Il salary cap, è accettabile?
No, perché se stabilisse un salary cap appiattirebbe tutto. Ma veda, io poi faccio un discorso sulla imprenditorialità, cioè per me il calcio è impresa. Allora un imprenditore deve essere un imprenditore non deve essere un taker, perché se no dimentica la I e la M a casa e fa solo il “prenditore”. Allora voglio dire, se tu fai l’imprenditore devi poter investire sulle tue idee, le devi portare avanti, devi convincere gli altri che cosa è giusto. Vedi, i campionati, dal mio punto di vista, sono la cosa più importante che ogni nazione ha, il campionato nazionale, ma sono tutti sbilanciati, quindi sono tutti fallimentari. Sa perché? Perché se lei prende un pilota di karting, di Formula 3, di Formula 2, di Formula 1, questo pilota che comincia nel go-kart, poi passa alla Formula 3, poi passa alla Formula 2 e poi passa alla Formula 1. Un calciatore passa dalla third division alla second division alla prima division, a meno che non sia un genio a 17 anni e va subito in first division, però, quando tu mi vuoi prendere la formula 3 macchina, automobile e me la vuoi far gareggiare con la formula 1 tu sei perdente. Non funziona. Sei perdente sia da un punto di vista economico sia da un punto di vista competitivo. Allora se tu mi prendi una città di 20 mila abitanti, di 50 mila abitanti, sì è vero che c’è Davide-Golia, ma questa è mitologia, allora noi dobbiamo ragionare, se è industria, con dei parametri diversi. Quindi una città che ha 50.000 abitanti e che poi rischia nello stadio virtuale, sai cos’è lo stadio virtuale? la televisione di avere 1500 viewer quello abbassa l’interesse totale del calcio italiano quindi tu devi sempre tenere alta la possibilità di dire: “io esisto sono uno spettacolo fantastico, tutti mi vogliono vedere”.
Mi sembra che lei parli quasi di una superlega che qualche anno fa, se non mi sbaglio, non le interessava, adesso l’hanno un po’ riformata, dove c’è proprio un meccanismo dove si può andare su e giù delle varie classifiche. È interessato alla nuova Superlega?
Guardi, dieci anni fa, prima che si parlasse della Super Superlega io proposi un campionato europeo. Campionato europeo…
Diverso dalla Champions?
Complementare o diverso dalla Champions. A me fa molto ridere quando vedo a Montecarlo che aprono queste palle, tirano fuori e dicono io con chi debba giocare. Non mi è mai piaciuto, va bene? Io voglio giocare contro tutti, allora devo fare un campionato vero, come è un campionato nazionale ci deve essere un campionato europeo, per quelli che hanno raggiunto determinati risultati, che ogni anno possono cambiare a seconda dei risultati che ottengono nei campionati nazionali. Poi è venuta fuori la Superlega. A me la Superlega è servita, perché poiché in quel momento io ero contrario ai fondi, stavamo negoziando con C2C ed altri, ad Andrea Agnelli dissi, che era nella Superlega: guarda che loro non vogliono che ci sia un altro campionato perché altrimenti andiamo con un deal breaker e gli dico quindi devi votare contro e lui, infatti insieme a me, eravamo nel committee che parlava del fondo, abbiamo mandato “a fondo” il fondo. Ora, qual è il problema dei fondi? I fondi sanno di calcio? Secondo me no, me lo hanno dimostrato in sei mesi di negoziazione.
Ma qua ci sono tanti fondi.
Mi dispiace per loro. Il fondo ha un concetto di financing, io ho un concetto di economics. Allora se io ho un concetto di corretta economia, ma io non ho bisogno del fondo, perché io vado da una qualunque banca, se sono un vero imprenditore, parlo, dimostro che il mio progetto è valido e la banca me lo finanzia, con un costo, anzi all’epoca i soldi li regalavano, non costavano nulla. Non costavano nulla. Vedete, quando ho fatto il mio primo film, era il 1974, mi ricordo la banca applicava il 21% di interessi passivi. Eppure, noi riuscivamo a produrre utili, profitti.
C’era anche molta più crescita in quel tempo.
Oggi, perché siamo arrivati al 4%, al 3%, tutti gridano e dicono Oddio, come si fa? Ma dipende dal progetto. Se il progetto è buono, costerà un 3% di più, un 4% di più. Il problema è che molte volte il progetto non è buono. E allora quando mi viene un fondo, io dico: “scusami fondo, ma tu perché vieni da me? Perché ci vuoi guadagnare? Perché i tuoi investitori nel giro di 3, 4, 5 anni massimo devono portare a casa una percentuale di redditualità che sia importante. Scusami, ma questa redditualità se la fai te me la sottrai a me”. Allora io sono fesso che mi faccio sottrarre da te una redditualità che appartiene a me, per la quale io faccio gli investimenti, io sostengo i miei supporters, io rischio, io compro i calciatori, vendo i calciatori, mi rompo le scatole con gli allenatori? Cioè, faccio di tutto e tu arrivi… e solo perché mi dai dei soldi vuoi diventare quello che guadagna? No guadagno io scusami eh. Ma come siamo tutti quanti pieni di debiti… anzi il calcio Napoli fortunatamente chiude il bilancio con 83 milioni di utili e una riserva a bilancio di 147 milioni che in Europa non è male.
La sinistra italiana ha trovato un nuovo leader, De Laurenti scontro i fondi di private equity?
La politica, purtroppo, se si comportasse come un imprenditore, forse farebbe meglio di come fa. Però voi in Inghilterra non vi potete lamentare. Anzi al momento, stranamente gli unici due paesi che hanno un Esercito per poterci difendere in caso di guerra sono propri l’Inghilterra e l’Italia. Tutti gli altri sono assenti all’appello.
La riporto sulla domanda della Superlega, perché non mi ha risposto in modo netto. È favorevole a questa nuova Superlega o no?
Sono stato sorpreso positivamente dal risultato della Corte Europea, la quale dice “leviamo lo scettro dell’unicità alle istituzioni calcistiche esistenti. Non può esserci un veto per la coesistenza di altri tournament”. Quindi se c’è un’altra organizzazione, un altro campionato, lei mi dice sarò favorevole. Sarò favorevole se a un certo punto questa superlega sarà in grado di essere democraticamente sul mercato e quindi assolverà il problema del merito – perché uno deve poter partecipare per merito e non perché ha un pedigree particolare e che siano sempre gli stessi: ci deve essere un tournament, tutto quanto. Allora io dico: se tu mi porti 5 miliardi sul tavolo contro i 2 miliardi e 4 della Champions League, li accoglieremo a braccia aperte mica siamo fessi, no?
Assolutamente ma ha visto dei passi in avanti in un’apertura dalla parte degli organizzatori della Superlega?
Veda Florentino Perez è una persona di tutto rispetto. È un vero imprenditore che ha un fondo che gestisce parecchi “billions” internazionalmente parlando, non credo che abbia fatto dei passi sbagliati. Il presidente della superlega è un’altra persona che ho conosciuto e con il quale ho approfondito i loro possibili programmi. Sai qui c’è una una copyline che si può esternare: “chi vivrà vedrà”. Loro hanno detto: “nel 2025”. Sarà così?
la Super League e la Champions League possono coesistere?
Ma secondo lei, con tutte le partite del mondiale per club voluto dalla FIFA, con l’aumento delle partite della Champions, con la non riduzione dei club nelle leghe nazionali, secondo lei avremo il tempo per fare i ritiri preparatori di pre-season o non ce li avremo? E allora, a questo punto qui, secondo lei se lo potranno permettere solo quei club che potranno avere 40 giocatori dello stesso standing e forse adesso dirò una cosa da visionario per cui farò sorridere molte persone, forse anche due allenatori. Uno che mi faccia il campionato nazionale e le coppe italiane, tipo la Coppa del Re in Spagna, la Coppa Italia in Italia, eccetera, eccetera, e un altro che farà probabilmente la Coppa Superlega. Chi lo sa?
Una squadra A, una squadra B?
Ma no, la squadra è sempre la stessa perché lei deve poter cambiare, a seconda di chi incontrerà, quella è la cosa bella. Veda, quando per esempio vedo il cartellino giallo a me mi fa ridere, mi fa tanta tenerezza o il cartellino rosso mi fa prima tenerezza poi mi fa rabbia perché la classe arbitrale è una classe che dovrebbe dipendere dai club e con la quale i club dovrebbero dialogare affinché questi signori non siano una casta ma siano dei collaboratori, è un “referee”, il “referee” non può essere un superbo personaggio.
Quando ammetti mi vai a espellere un allenatore, ma che sei pazzo? Tu mi vai a espellere un allenatore? Ma io ti mando a quel paese centomila volte. Cioè l’allenatore deve essere dal club o dalla UEFA o dalla Lega o dalla Federazione Nazionale multato di centomila euro se dice una bestemmia o se dice una mala parola a uno della classe arbitrale. Ma non è che può essere espulso, è l’allenatore della squadra. Noi sembriamo una barzelletta, sembriamo flick e flock. Quando vediamo le partite, a me che faccio cinema, tante volte mi sembra una commedia.
Un’ultima domanda il Napoli andrà al campionato mondiale per club o no?
A me dispiace per Calvo che fa parte della Juventus.
Perché le dispiace?
Mi dispiace perché diciamo che l’altro anno loro sono stati così puniti dalla UEFA che quest’anno li ha estromessi dalle coppe europee. Io se dovessi battere il Barcellona e dovessi successivamente fare un pareggio e una vittoria, di diritto, dovrei andare io. Però dovrei andarci comunque perché secondo me, mi dispiace per Calvo, la Juventus se è stata eliminata dalle coppie europee non dovrebbe essere nemmeno ammessa al campionato del mondo fermo restando che poi questo campionato del mondo ci creerà mille problemi per il successivo campionato nazionale.
Con questo la ringrazio moltissimo Presidente.
Grazie a voi.