Alcune dichiarazioni rilasciate dal tecnico del Napoli, Walter Mazzarri, in conferenza stampa alla vigilia del Derby con la Salernitana.

Come sono stati questi giorni di ritiro?

Sono contento di aver fatto quello che abbiamo fatto in questa settimana, di sicuro. I giocatori hanno lavorato bene, siamo stati più insieme. Sono un allenatore a cui piace lavorare sul campo, preparare le partite, facendo allenamenti e da quando sono arrivato ce ne sono stati pochi di giorni per fare queste cose. Stando insieme, anche in hotel, magari si fa un filmato in più, si fa una cosa in più, si sta più qui al campo e credo ci abbia fatto bene. È chiaro che la prova poi, come sempre capita a noi allenatori, è la partita vera. Se abbiamo lavorato bene, penso e spero che domani vedremo un Napoli diverso, più brillante di quello che abbiamo visto purtroppo nell’unica partita da quando ci sono io che è andata in un modo diverso. Ora mi spiego meglio, le altre gare, come vi avevo detto l’altra volta – al di là che qualcuna si è persa, qualcuna si è vinta – però si vedeva una squadra che giocava a calcio, palla a terra, che faceva le cose che piacevano: per esempio col Monza per me la squadra ha fatto bene c’è mancato solo di far gol, per tutto il resto avevo visto dei grossi miglioramenti. La cosa che ha stonato è che a Torino effettivamente, probabilmente per colpa mia, perché col preparatore abbiamo fatto dei richiami forse un po’ più pesanti di quello che i ragazzi richiedevano, ho visto una squadra diversa che lanciava la palla, che non giocava bene a calcio.

Detto questo è chiaro che è stata una partita negativa, che non mi è piaciuta, era diversa da tutte le altre, lo ripeto, e sono fiducioso per domani, che i ragazzi possano giocare a calcio come piace a noi e questa volta spero anche di fare risultato.

Cambio del modulo? 

Allora, a volte quando si parla bisogna essere più precise e pignoli nello specificare cosa si intende dire. Quando sono venuto qui ero già abbastanza formato, ma venivo da squadre di serie A, tipo la Regina, la Sampdoria, che ambivano a traguardi diversi. Il Napoli come piazza, al di là che l’ho trovata al dodicesimo posto, il Napoli è una piazza importante, dove anche un allenatore deve essere esperto, deve avere la forza di subire le pressioni forti. Allenare il Napoli, allenare l’Inter, il Milan, la Juventus, si sa che sono piazze dove ci sono aspettative diverse, questa è la cosa importante.

Ora, quando ero rampante, giovane, eccetera, magari facevo degli sbagli da un punto di vista con voi, della comunicazione, potevo arrabbiarmi dire cose che ora, con l’esperienza, con la tranquillità, con la saggezza, penso di gestire meglio, questo era il senso. Poi sono rimasto fermo apposta, non ho voluto allenare dopo 21 anni di carriera, mi sono voluto un po’ fermare come fanno tutti gli allenatori, perché voi pensate che quando sono venuto a Napoli avevo fatto 13 anni a dritto, finivo a giugno, cambiavo squadra e cominciavo con altre, a un certo punto ti devi fermare perché anche noi non siamo delle macchine, il calcio va avanti, hai bisogno di fermarti, di studiare, di guardare cosa sta cambiando se vuoi rimanere un allenatore attuale.

Quando ho visto il Napoli – che poi è un posto dove ho anche una parte di affetto e di cuore da sempre – l’ho guardato ancora più interessatamente, perché facevo da sempre il tifo per il Napoli e, nel frattempo, mi piaceva tantissimo come giocava il Napoli, e il 4-3-3 me lo sono studiato. Mi sono fatto una cultura tale da dire se mi chiamano vado e so se vogliono che Napoli giochi più vicino a quello dell’anno scorso faccio lo stesso modulo, perché è un modulo che mi piace.

È chiaro, come vi dicevo ai tempi che facevo altre cose, devo avere giocatori giusti per fare un determinato modulo. E lì, casomai, che ora bisogna un po’ ragionare per bene, cosa è cambiato, quelli che ci sono ora, che differenze c’è, come ci hanno studiato gli avversari. Quindi le variabili nel calcio sono tantissime, però sono convinto che se ho i giocatori giusti che mi capiscono, questo modulo mi piace tantissimo, come mi piaceva il 3-4-3 a quei tempi o il 3-5-2.

Però volevo specificare meglio questo: sono venuto perché ho studiato tanto il modulo che ha adottato il Napoli perché secondo me, come vi ho detto, era una delle squadre che faceva il più bel calcio d’Europa. Rimango della stessa idea, se riesco ad avere i giocatori giusti che interpretano bene questo modo.”

La gara? 

Guardate qualcuno mi aveva detto di non fare la conferenza domani, invece ho detto no. Prima di tutto ci metto la faccia perché sono abituato, chi mi conosce lo sa. Se vi ricordate non venivo quando se si vinceva a volte, stavo un po’ male, ero stanco, perché quando si vinceva va tutto bene. Quando si perdeva ci mettevo sempre la faccia. Questo è un momento particolare per il Napoli. Per questo chiedo un piccolo aiuto domani allo stadio, non per me, perché ormai ho 23 anni e posso sopportare tutto e poi non gioco, non vado in campo ma per i ragazzi.

Come è lo spirito dei napoletani, che amano la propria squadra, gli diano una mano fino al 95°, che provino a dargli qualcosa in più che gli hanno sempre dato. Poi, se alla fine non saranno contenti, è giusto che si fischi. Questo mi sento di dirlo perché penso sia la cosa giusta ma non ho dubbi che la nostra gente starà vicino a questi ragazzi che passano un momento di difficoltà.  Questo è il motivo per il quale sono venuto qui, proprio per fare questo piccolo grande appello.

Gli assenti?

“Fate il conto, da quando sono arrivato, forse domani mancano 6-7 giocatori che c’erano nella rosa efficienti a Bergamo. Ma questo non vuol dire che quelli che manderò in campo non siano all’altezza di fare intanto un gioco diverso da quello del Torino. Che si rigiochi bene come si è fatto in tante partite e che questa volta si cerchi il risultato. Con l’aiuto del pubblico pazzesco che c’è a Napoli abbiano un giocatore in più per superare l’avversario. Sono focalizzato in questo, non penso ad altro. È chiaro poi che siamo numericamente pochi e non ci sono giocatori che sono importanti. Io devo pensare che quelli che ho a disposizione e a mettergli una carica addosso come una molla e a farli andare a mille per poter superare questo ostacolo.”